Nel I secolo a.C. Venetia et Histria designava una regio dell’Impero Romano. Venetia era la terra dei Veneti che abitavano tra l’Adige ed il Tagliamento. A seguito delle invasioni barbariche, la popolazione dell’entroterra si trovò costretta a confluire verso la costa e a rifugiarsi, in varie ondate, sulle isole della laguna. La sede del governo si spostò progressivamente da Eraclea a Malamocco e da qui, grazie al doge Agnello Partecipazio, nelle isole più interne e sicure del Rivoalto (IX sec.), dove fu costruita la città di Venezia.
Il centro del potere politico-religioso si concentrò nell’attuale area di San Marco, con il castello e la cappella dogale, mentre Rialto divenne una zona mercantile. La particolarità del piccolo dogado, posizionato in una zona di frontiera tra il mare e la terra spinse i suoi abitanti, i Venetici, a sfruttare l’unica possibilità di sviluppo offerta: il commercio; in particolare quello del sale. Nei secoli della progressiva autonomia da Bisanzio (IX-XII sec.) s’incentivò l’urbanizzazione. Venne altresì delineata l’amministrazione dello stato a favore dei traffici mercantili e della costruzione navale.
La svolta decisiva per l’ascesa si presentò però con la quarta crociata, che portò alla conquista di Costantinopoli (1204). Venezia acquisì un quarto dei territori bizantini, dando origine a quello che sarebbe diventato lo Stato da mar. Proprio per favorire la stabilità dell’economia mercantile, il potere politico si chiuse in un’oligarchia ereditaria (1297), costituita dalle più antiche famiglie mercantili della città. Il Trecento vide la Serenissima Repubblica impegnata nella salvaguardia degli interessi nella terraferma. Nel Quattrocento però, le difficoltà commerciali
insorte nel Mediterraneo orientale, per l’avanzare della potenza Ottomana, spinsero la sua economia verso l’acquisizione di quel vasto territorio dell’entroterra, esteso dal Friuli all’Adda, che divenne lo Stato da terra. La conquista di Costantinopoli (1453), ad opera di Maometto II, intensificò i contrasti commerciali con i Turchi ed il susseguirsi di accordi e di scontri dei secoli successivi portò alla progressiva perdita dello Stato da mar veneziano. Il Cinquecento rappresentò per Venezia l’apice della ricchezza e dello splendore, riflessi nel tenore di vita, nell’arte
e nella cultura del Rinascimento. Posta alla pari delle maggiori potenze, con riconoscimenti internazionali, riuscì a mantenersi libera, rispetto alla crisi generale degli stati italiani. Uno splendido declino però l’aspettava con il Seicento. Risentendo della concorrenza delle grandi potenze europee e dello spostamento dei traffici oltre oceano, Venezia vide ridursi la preminenza economica di un tempo.Nel Settecento poi, l’ulteriore perdita delle isole egee portò ad una politica di immobilismo e di neutralità, nei confronti delle potenze in espansione.
L’occupazione di Venezia da parte dell’esercito napoleonico, nel 1797, segnò inesorabilmente la sua fine. Dopo la parentesi napoleonica e quella austriaca, durata oltre cinquant’anni, venne annessa al Regno d’Italia nel 1866.

Cenni di Storia Veneziana